SESTO SAN GIOVANNI
“Da sindaco non chiesi mai un centesimo a Pasini e neppure ora voglio i suoi soldi. Con le sue calunnie mi ha causato un danno incalcolabile: il vero risarcimento sarebbe che la smettesse di mentire. Il denaro andrà a fin di bene. A me, la veritá”.
Filippo Penati, ex sindaco di Sesto San Giovanni ed ex presidente della Provincia, ora parte all’attacco e vuole portare il suo accusatore Giuseppe Pasini in Tribunale per chiedere il risarcimento danni, dimostrando con documenti alla mano come tutte le accuse mosse nei suoi confronti fossero infondati, basati solo su un atteggiamento ostile nei suoi confronti. Sono passati molti anni dall’inizio dello scandalo sestese, tempo durante il quale Penati ha recuperato documenti e lettere che ora è pronto ad esibire per dimostrare la sua estraneità.
In un lungo documento lo stesso Penati attraverso i legali spiega i passi di questa ricostruzione: “Nell’ambito dell’inchiesta Montecity-Santa Giulia, nel 2009 la Procura di Milano acquisisce indizi nei confronti dell’imprenditore sestese Piero Di Caterina. Per ragioni collegate al rapporto con Di Caterina, Giuseppe Pasini si presenta in Procura di sua spontanea volontà e riferisce asseriti episodi di concussione legati a operazioni di riqualificazione immobiliare portate avanti dallo stesso Pasini sulle aree ex Falck e Marelli. Le sue dichiarazioni – rilasciate nel corso di cinque interrogatori da indagato tra il luglio 2010 e il febbraio 2011 davanti ai pm di Milano e di Monza – sfociano nella richiesta di rinvio a giudizio di Penati. In relazione a tali ipotesi di reato la Cassazione, nel 2014, ha respinto il ricorso contro la sentenza di non luogo a procedere per intervenuta prescrizione. Per Penati è quindi venuta meno la possibilità di dimostrare in aula l’assoluta falsità delle dichiarazioni di Pasini, per il cui accertamento non resta quindi che rivolgersi al Tribunale di Monza in sede civile. In 60 pagine la citazione – curata dallo studio legale Alessio Franzoso di Milano – ricostruisce fatti e date dimostrando che la versione di Pasini è gravemente falsa e artatamente creata a posteriori con lo scopo di nuocere, illogica e non coincidente con la realtà, contraddittoria e lacunosa. La ricostruzione, suffragata da una mole di documenti allegati, dimostra che Penati non ha mai chiesto denaro a Pasini né subordinato l’edificabilità e lo sviluppo delle aree Falck e Marelli ad alcuna condizione o imposizione“.
Categorie:Giudiziaria
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