
Di fronte ad una serie di attacchi e definizioni oltre ogni forma di decoro contro la ministra, nei commenti del suo post, il sindaco non ha preso nessun provvedimento verso le persone che esprimono il dissenso con parole volgari e rancorose, favorendo la violenza. Bene ha fatto Rosaria Maltese, cittadina sestese, donna impegnata da anni contro ogni tipo di violenza a scrivere un post duro, ma assolutamente condivisibile.
Scrive la signora Maltese: “So bene che non sarà questa manciata di righe a dar fine all’uso più incivile e vergognoso di una delle piazze virtuali della mia città. Ciò nonostante, non posso tacere. Non voglio. Non lo voglio perché ieri ho condiviso, con altre tremila persone, un momento di grande civiltà a Milano. Orabasta! Violenza e discriminazione non sono un’opinione. E lì c’ero perché credo fermamente nella lotta all’odio verbale, all’inciviltà, al sessismo e all’aggressività delle parole, spacciati per libertà di pensiero e di espressione.
È inaccettabile che sulla pagina di chiunque, tanto più di un personaggio pubblico, trovino spazio frasi irripetibili, offese sessiste indicibili, la peggiore e violenta volgarità di sempre”.
“Roberto Di Stefano, ma davvero ha bisogno di circondarsi del linguaggio di questi illeggibili trogloditi per la sua campagna politica? Ma veramente, a distanza di pochi giorni dagli insulti rivolti alla sua compagna e la solidarietà espressa da più parti, lei non sente il minimo dovere di prendere ufficialmente le distanze da queste oscenità e di inibirne il ripetersi?”
“Si fermi un attimo a leggerli i suoi followers e decida se preferisce rendere più civile il livello di discussione che fa seguito alle sue posizioni politiche o se sceglie di continuare così e passare alla storia per il sindaco a cui facevano eco i grugniti del più intollerante serraglio“.
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