NordMilano, nasce il primo centro antiviolenza per uomini a tutela della donna voluto da Ats NordMilano

 NORDMILANOA Milano, in via Correggio 1, nasce il CeOM (Centro Orientamento e Monitoraggio), organismo composto da un pool di esperti criminologi, psicoterapeuti, educatori che, in sinergia con ATS Città
Metropolitana di Milano, si occuperà di accogliere le richieste di trattamento degli uomini violenti
o a rischio di commettere atti violenti nell’ambito delle relazioni intime, di definire il percorso di
rehab più idoneo e di monitorare periodicamente l’andamento di ogni singolo caso.
Attivo dal 15 luglio, sarà il punto di riferimento per le segnalazioni dei servizi territoriali ma sarà
anche aperto agli accessi spontanei da parte degli uomini che decidano autonomamente di farsi
aiutare. Il Centro sarà aperto ogni lunedì (9:00-13:00), martedì (9:30-13:30 e 15:00-19:00) e
giovedì (9:00-13:00 e 14:00-18:00).

Per accedere sarà necessario prendere appuntamento telefonando allo 02 84104462 o scrivendo a progettouomo21@gmail.com. L’istituzione del CeOM è il primo tassello di un progetto sperimentale più ampio, denominato U.O.MO. (Uomini, Orientamento e Monitoraggio), che a Milano e nell’hinterland per i prossimi
due anni (fino ad aprile 2023) metterà a sistema le competenze di specialisti, servizi, enti e
Istituzioni che si occupano sia di tutela e supporto delle donne vittime di violenza sia del
trattamento degli autori.
L’iniziativa, finanziata da Regione Lombardia, con la regia di ATS Città Metropolitana di Milano,
è affidata a una cordata di organizzazioni già inserite nelle reti antiviolenza ed esperte nell’attività
di rehab degli uomini maltrattanti. Sono CIPM – Centro Italiano per la mediazione penale (capofila
del progetto), Fondazione Somaschi Onlus, Associazione Culturale Forum Lou Salomè,
Cooperativa Sociale Onlus Dorian Gray, Progetto SAVID – Università degli Studi Statale di
Milano e Centro Ricerca ADV Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell’Università degli
Studi di Milano Bicocca.

Il Progetto U.O.MO. nasce per rispondere in modo nuovo e integrato al problema della violenza
nell’ambito delle relazioni intime, agendo non solo sul fronte della protezione delle vittime e della
punizione dei responsabili ma anche su quello della prevenzione primaria e della recidiva. Questo
attraverso percorsi rivolti agli uomini per individuare e trattare le problematiche culturali e
relazionali connesse alle situazioni di abuso.
I più recenti dati relativi al fenomeno della violenza di genere, infatti, mostrano che il solo
intervento penale non è né tempestivo né funzionale nel rispondere al problema, con un quarto
delle denunce archiviate e l’89% delle sentenze che diventano definitive dopo 3 anni
(Commissione d’inchiesta femminicidio, 2018). La Lombardia, in particolare, ha il triste primato
di femminicidi (Eures 2019), ammonimenti e allontanamenti (Ministero dell’Interno, banca dati
Sdi – Ssd). “L’aspetto innovativo di questo progetto consiste nel dare efficacia alla prevenzione e
alla lotta contro la violenza di genere attraverso un intervento integrato, come previsto dalla
Convenzione di Istanbul”, afferma Paolo Giulini, Presidente CIPM.
Questo progetto – spiega la Dott.ssa Rossana Giove, Direttore Socio Sanitario di ATS Città
Metropolitana di Milano – si integra con la funzione di governance che ATS esercita già da anni
coordinando l’attività delle 8 reti interistituzionali che operano sul territorio a tutela delle vittime,
grazie anche alla fattiva azione dei Centri Antiviolenza”. “La presa in carico degli uomini violenti
ha l’obbiettivo di prevenire ulteriori violenze nei confronti delle donne e dei minori spesso
coinvolti in un’azione integrata”, sottolinea il Dott. Mirco Fagioli, direttore della UOC
Programmazione sociosanitaria e sociale integrata di ATS.
Accanto all’attività svolta nell’ambito del CeOM, nei prossimi due anni il progetto U.O.MO. agirà
anche sui fronti della formazione e della sensibilizzazione. Sono in programma, infatti, percorsi
di formazione specifica a cura di esperti rivolti a tutti gli operatori delle reti antiviolenza sul tema
del trattamento degli uomini e, in parallelo, una massiccia attività di informazione rispetto alle
diverse realtà che operano in quest’ambito sul territorio. L’azione coinvolgerà pronto soccorso,
consultori, medici di medicina generale, pediatri di famiglia. Ma anche luoghi strategici e di
aggregazione come società sportive, studi legali, parrocchie. Questo anche per intercettare
precocemente potenziali autori di violenza che decidano spontaneamente di farsi aiutare.
“Puntiamo a creare sul territorio una cultura e nuove prassi, per prevenire la violenza e per
identificare le situazioni a rischio più elevato, offrendo agli autori percorsi trattamentali specifici”,
osserva la criminologa Francesca Garbarino del CIPM, coordinatrice del Progetto U.O.M.O.



Categorie:Attualità

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