® Dopo una breve pausa post elettorale, sono ripresi i selfie del sindaco Di Stefano, anti immigrati e anti Pd. Sembrano telecomandati. Fanno parte di un repertorio da sottoscala di cabaret. Una recita stantia, spesso frutto di fake news, sempre cariche d’odio e soprattutto di vuoto politico.
Da qui al 25 settembre saremo bombardati da queste “geniali” rappresentazioni del nulla. Siamo attrezzati e vaccinati. Resta il fastidio di vedere un sindaco di una città importante come Sesto, storicamente esempio da osservare con interesse, sempre meno istituzionale e sempre di più uomo di parte. Almeno fino al prossimo giro.
Si perché Di Stefano, che critica i suoi avversari che cambiano casacca e opinioni, è lo stesso che non ha esitato un attimo da sindaco eletto in Forza Italia a trasferirsi tra le braccia di Salvini restando inchiodato alla sua poltrona. Pretende coerenza dagli altri e poi non ha esitato un attimo a fare il salto della quaglia, magari pronto per farne un altro. Vedremo.
Per la serie: “Quando Dio distribuiva la coerenza, io stavo ordinando un decaffeinato senza zucchero con un bombolone alla crema“. (H. J. I.)
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