SESTO SAN GIOVANNI – La notizia sulla scomparsa di Mikhail Gorbaciov, 91 anni, padre della peristroika, è particolarmente sentita a Sesto San Giovanni dove il presidente russo venne in visita nella città delle fabbriche e incontrò sia gli amministratori che i rappresentanti degli operai delle fabbriche di Sesto.
Fu una giornata particolare per Sesto e Mikhail Gorbaciov alla fine si fermò a mangiare al circolo Cairoli, tipicamente operaio, assieme alla moglie. Con lui al comando si è potuto vedere la perestroika, il crollo del Muro di Berlino, la fine della guerra fredda, il disarmo nucleare, il ritiro dall’Afghanistan.
Un’intera epoca di cambiamenti storici conclusasi nel ’91 con il crollo dell’Urss, di cui fu l’ultimo presidente prima di cedere il potere al suo rivale Boris Ieltsin. La carriera politica di Gorbaciov inizia nel 1970, quando viene nominato primo segretario del partito a Stavropol. Dieci anni dopo torna a Mosca come membro a pieno titolo del Politburo: è il più giovane di tutti. Rafforza la propria posizione sotto le ali protettive di Andropov, capo del Kgb e originario anche lui di Stavropol.
Viaggia spesso all’estero e nel 1984 incontra per la prima volta l’allora primo ministro britannico Margaret Thatcher, “un osso duro” con cui stabilirà poi un rapporto di stima e fiducia. L’anno dopo, con la morte di Cernenko, è il suo turno. L’11 marzo 1985 diventa segretario generale del Pcus: ha solo 54 anni, una svolta generazionale dopo un lungo periodo di gerontocrazia. Il 1986 è già un anno cruciale, che rafforza le attese e le speranze, in Urss come nel resto del mondo, legate alla nuova leadership sovietica.
A febbraio Gorbaciov lancia le sue parole d’ordine, Glasnost (trasparenza) e Perestroika (ristrutturazione), per portare una inedita ventata di libertà nei media e nell’opinione pubblica e per riformare un sistema economico sempre più stagnante. In ottobre invece si incontra con l’allora presidente americano Ronald Reagan a Reykjavik, in Islanda, per discutere la riduzione degli arsenali nucleari in Europa, suggellata l’anno successivo dalla firma di uno storico trattato.
Nel suo peregrinare per portare i messaggi di cambiamento fece tappa anche a Sesto san Giovanni, una delle poche città ad averlo come ospite.
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