La legge elettorale, il cosiddetto Rosatellum, in mancanza di una riforma costituzionale (referedum Renzi bocciato) e in presenza di una demagogica riduzione dei parlamentari, è diventata un sistema elettorale da Repubblica delle banane.
Gli elettori, oltre ad essere chiamati ad esprimersi su liste e candidati bloccati, si ritrovano in collegi elettorali che comprendono decine di comuni distanti chilometri tra loro che non hanno nulla in comune. Un obbrobrio istituzionale e politico deprimente che crea sfiducia e disaffezione.
A tre giorni dal voto gli indecisi rappresentano più del 40% dell’elettorato. Certo, non è solo il sistema elettorale a sfiduciare. Bisogna aggiungere la scarsa qualità della classe politica, la totale incapacità di dare risposte concrete alle famiglie in difficoltà.
Siamo di fronte all’escalation della guerra che può degenerare in conflitto atomico e non riusciamo a determinare una linea costruttiva diplomatica. C’è impotenza, incapacità, irresponsabilità. Nei comizi c’è la corsa alla retorica, alla bieca propaganda, alla presa in giro degli elettori. Promettono di tutto e di più senza pudore.
Inutile l’appello alla responsabilità con l’invito di andare a votare. Anzi lo troviamo controproducente. Fa solo incazzare. Ci recheremo alle urne come abbiamo sempre fatto, ma non ci sentiamo di criticare chi sceglie di stare a casa. La disaffezione al voto è l’effetto e non la causa. La responsabilità ha un nome e un cognome: la mediocrità della politica! (P.D.L.)
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