E’ andata come previsto. La destra vince ampiamente e porta a casa un bottino ricco. FdI è il primo partito. Per la prima volta nell’Italia Repubblicana, un partito figlio della storia post fascista, legato ad Orban, alla destra omofoba e razzista spagnola e comunque a quei valori di integralismo estremo, governerà esprimendo il Presidente del Consiglio.
Il M5S si dimezza ma resta in piedi intorno al 15%. Brutta giornata per Salvini e la sua Lega che crolla dappertutto. Forza Italia, malgrado il Cavaliere, oscilla intorno al 8%. Un risultato sostanzialmente che conferma il declino ma che tuttavia può risultate vincolante per gli equilibri politici del governo di destra.
Deludente il voto a Azione/Italia Viva. Calenda aveva scommesso su un risultato a due cifre e invece raccoglie meno di Forza Italia. Poco o niente dalle forze minori. Entra in Parlamento la lista Sinistra Italiana e Verdi, ma non sfonda rimanendo si margini della politica.
Resta il Pd, che paga dazio per le sue incongruenze. Aver prima sposato Conte, averlo idealizzato, ipotizzato un campo largo e poi sfasciato tutto in nome dell’Agenda Draghi che nessuno ha capito a partire dallo stesso premier, l’ha penalizzato. Letta sicuramente sarà messo sul banco degli imputanti con le solite manfrine. Si scateneranno le correnti, si cambierà la dirigenza. Purtroppo non cambierà nulla.
“Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi”, scriveva Tomasi di Lampedusa nel Gattopardo. Ecco, questo è il rischio che corre il Pd. In realtà, i democratici hanno una sola strada da percorrere. Devono passare dall’ibrido politico che li caratterizza ad un partito che abbia una sua definizione europeista nel solco della grande tradizione riformista.
Il tempo degli equivoci è scaduto. Urge una svolta in difesa dei valori costituenti. L’Italia ha scelto democraticamente la destra. Una destra cui spetta l’onere e l’onore di governare. Non sarà semplice. Siamo nel pieno di una guerra i cui sviluppi sono tremendamente imprevedibili. C’è una crisi economica che sta relegando ai margini della società interi strati sociali. Sarà una stagione di lacrime e sangue. In tutti i sensi. Purtroppo. (P.D.L.)
Ciò che non si possiede non si può dare né insegnare ad altri.