Ci vorrebbe un vero alchimista della politica per mettere insieme tutto quello che accade attorno al Pd e riuscire a fare emergere qualcosa di positivo per la collettività. Al momento non si vede via d’uscita. Parole tante, fatti concreti poche e confuse. Così mentre M5S erode terreno al Pd i soloni del partito compaiono e scompaiono per dare giudizi, senza una proposta concreta che possa fare uscire il partito dal pantano in cui è caduto e da dove non riesce più a sollevarsi.
La situazione è generale: vale a Sesto San Giovanni, come a Cologno Monzese, a Cinisello Balsamo…ed ora Milano. Le prossime regionali potevano segnare una svolta di quelle invocate per coalizzare e non per dividere; invece si è preferito fare una scelta che accontenta i pochi e lascia smarriti i molti che ancora hanno idee di sinistra. Il risultato sarà di avere probabilmente una conferma sicura della destra e tanta gente della sinistra che non andrà a votare. Si rinuncia a combattere una battaglia politica e si preferisce inseguire il “miracolo”.
Così succede che il centrosinistra (qual è il centro?) ha deciso di chiedere all’europarlamentare Pierfrancesco Majorino di candidarsi a presidente della Regione Lombardia. L’annuncio è stato fatto questa alla fine di una riunione a cui hanno partecipato i rappresentanti della coalizione. “Le forze politiche e civiche di centrosinistra, ambientaliste e liberal-democratiche, che in questi mesi hanno lavorato alla costruzione della coalizione per l’alternativa alla Giunta Fontana – si legge in una nota congiunta -, si sono riunite completando il lavoro sulle priorità programmatiche condivise e che verranno offerte quale contributo alla stesura del programma del candidato Presidente.
È stato deciso di coinvolgere nella costruzione del programma alcune eminenti personalità della società civile e progressista lombarda, e di chiedere all’Europarlamentare Pierfrancesco Majorino di guidare il lavoro della coalizione, candidandosi a Presidente di Regione Lombardia”.
E Majorino cosa ha risposto? “Sono onorato ed emozionato. A partire da subito incontrerò le forze del centrosinistra per costruire insieme, e secondo le modalità condivise, la proposta più forte possibile per cambiare pagina in Regione. Possiamo battere la destra di Attilio Fontana e sono convinto che ce la metteremo tutta”. Sull’impegno non c’è da dubitare, ma basterà? Si sono resi conto i responsabili del Pd che oltre a Fontana devono battere Letizia Moratti?
Per dare un quadro della situazione che si respira all’interno del Pd abbiamo scelto di pubblicare un post di Arturo Calaminici, ex vice sindaco di Bresso e uomo del partito che ha sempre avuto parole di critica costruttiva. E anche stavolta pensiamo che abbia centrato il discorso. Scrive Calaminici nel suo pezzo “Scacco matto”: «La scelta della Moratti è un evento politico di prim’ordine. Rompe lo schema ossificato di un dualismo che si è sempre risolto con la vittoria del Centro-Destra, smuove e confonde l’elettorato, mette i partiti di fronte al coraggio che non hanno, a un senso di sé ormai totalmente smarrito, a scelte di programma da orientare innanzitutto per la difesa degli interessi che si vogliono promuovere. Insomma, sulla scena politica, non solo lombarda, è precipitato un reagente chimico che fa emergere alla luce del sole le volute ambiguità, i limiti e le inadeguatezze dei partiti.
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