® Non riusciamo a capire quale elemento programmatico del governo Meloni, possa attrarre politicamente il cosiddetto Terzo Polo riformista, tanto da indurre esplicitamente Carlo Calenda a chiedere ufficialmente un incontro con la Presidente del Consiglio, annunciando di essere pronto ad aiutarla nell’approvazione della finanziaria.
Eppure nella proposta licenziata dal governo, la struttura politica, economica e sociale è quella di uno Stato che si avvia ad essere una Repubblica fondata su meriti cetuali. Ne è esempio la flat tax che a parità di reddito tra lavoratori dipendenti e lavoratori autonomi, privilegia questi ultimi con una tassazione inferiore di due terzi dei salariati.
Qualcuno dovrà spiegare quale merito ha un commerciante, piuttosto che un artigiano o un professiinista su un professore, un medico ospedaliero, un ricercatore pubblico oltre che un operaio attrezzista ecc.
Le politiche fiscali e sociali sono la fotografia di un governo, la loro carta di identità. E come ha ribadito la stessa Meloni, la finanziaria è una manovra squisitamente di politica di destra. Basterebbe questo a tenere lontano i riformisti da questo governo. Naturalmente, i veri riformisti.
Per la serie: “Sono riformista ma dopo di Lei”.
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Ciò che scompare è la realtà. La scuola, la sanità, il lavoro etc. Non facciamo politica in questo modo. E per quanti assurdi articoli scriverete su inciuci inesistenti noi resteremo saldamente all’opposizione facendo il lavoro che spetta all’opposizione: proporre e confrontarsi. (C. Calenda)
Non serve andare in piazza, serve il confronto portando proposte serie e fattibili.