Il giorno della Memoria dovrebbe essere il momento del ricordo ma anche, e soprattutto, quello del rinnovato impegno contro i rigurgiti fascisti e nazisti che in Europa sono tornati prepotentemente. Il significato sta tutto qua.
Fu quella cultura, furono quei regimi a portare dolore, morte e fame. Milioni di persone costrette a vivere nelle restrizioni e nella paura. Ebrei, zingari, omosessuali, militari che non aderirono alla Repubblica di Salò e antifascisti deportati nei campi di concentramento e di sterminio.
Il potere usato con un’atrocità mai vista. Persone etichettate come numeri, uccisi barbaramente, spesso trucidati. Il regime fascista di Mussolini, vigliacco e servo dei nazisti, distrusse la vita di milioni di persone. Quell’atrocità ha un nome e cognome: nazifascismo.
Celebrare questa giornata vuol dire essere chiari e schierarsi. E invece, leggendo i post del sindaco di Sesto e del suo assessore di FdI, si evince la difficoltà, la reticenza a pronunciare la parola nazifascismo. Signor Sindaco si ricordi che lei è sindaco di una città tra le più colpite da quella ferocia. Lo ricordi. Sempre. (P. D. L.)
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