SESTO SAN GIOVANNI – E’ stato avviato il procedimento di smaltimento dei rifiuti umidi e i fanghi del depuratore, nel nuovo impianto di biopiattaforma realizzato al posto del vecchio forno inceneritore di via Manin a Sesto San Giovanni. Da questa mattina l’impianto trasforma i rifiuti e i fanghi in biometano, fertilizzante e calore per il teleriscaldamento.
L’ex sindaco di Cologno Rocchi, comune consorziato ha detto: “Sono stato uno dei più fervidi sostenitori di questo impianto ad economia circolare, ossia la trasformazione di un forno che bruciava rifiuti e inquinava in un impianto che non inquina. Abbiamo trovato una società svizzera che ha presentato la proposta garantendo l’ambiente e l’occupazione. I Comuni hanno beneficio perchè parte dei proventi vanno a loro per migliorare l’ambiente. L’impianto brucia i fanghi dei depuratori del Cap oltre all’umido e produce fertilizzante per i campi e energia”.
La struttura gestirà 30mila tonnellate all’anno di rifiuti umidi provenienti dai Comuni di Sesto San Giovanni, Cinisello Balsamo, Cologno Monzese, Cormano, Pioltello e Segrate, che verranno riconvertite in biometano e biogas, con una riduzione dell’anidride carbonica del 97% con effetti anche economici, abbassamento delle tariffe per lo smaltimento.
Inoltre 65mila tonnellate di fanghi prodotti ogni anno dai 40 depuratori distribuiti sul territorio della Città metropolitana verranno lavorati e rivalorizzati. Per cui non più trattati come materiale di scarto, ma fanghi, che serviranno a produrre ben 19.500 MWh/anno di calore per il teleriscaldamento e recuperare fosforo da impiegare come fertilizzante. Il 75% dei fanghi verrà trasformato in energia e il 25% in fertilizzante.
In pratica la Biopiattaforma si afferma come il primo termovalorizzatore green in tutto il territorio italiano. E i cittadini si chiedono: sarà diminuita la Tari?
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