® Mancano dieci giorni al voto. I lombardi, domenica 12 e lunedì 13 febbraio, saranno chiamati alle urne per l’elezione dl presidente e il rinnovo del consiglio regionale. Un appuntamento importante che, ad oggi sembra cadere nell’indifferenza totale.
Per i sestesi si tratta della terza elezione in nove mesi. Alla stanchezza maturata negli anni, si aggiunge anche quella determinata dall’asfissia politica. La campagna elettorale non si sente. Poche le iniziative, scarse le proposte, modesta nella stragrande maggioranza l’offerta politica.
Eppure la Regione ha competenze assolute su sanità, trasporti, ambiente. Temi rilevantissimi e determinanti per i cittadini non solo per l’erogazione dei servizi ma anche per la rilevanza e incidenza che hanno sul sistema socioeconomico.
Il questi anni la Lombardia non ha brillato per eccellenza in particolare sulla sanità e non solo per la gestione del covid ma, nella sua complessa erogazione. Cosi come non ha brillato sui trasporti e sulle politiche ambientali. La maggioranza di destra che la governa ha pertanto tutto l’interesse a non affrontare questi temi scottanti e dare un tono basso alla campagna elettorale.
Il centrosinistra unito al M5S intorno alla figura di Pierfrancesco Majorino, candidato presidente, non sembra avere quella marcia in più per contendersi la vittoria. Resta il terzo polo con la candidata Letizia Moratti, che pur presentando qualche candidatura eccellente, sembra che paghi lo scotto della candidatura della stessa Moratti, fino a pochi mesi fa vice del presidente leghista Attilio Fontana, con la delega alla sanità e oggi candidata alternativa. Dimostrazione che la sclerosi della politica sta di giorno in giorno logorando la democrazia e il tessuto istituzionale.
Per la serie: “Il diritto di voto dovrebbe anche essere diritto di veto“. (R.G.)
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