Non è vero che a Natale siamo tutti buoni. Anzi! A cominciare dallo Stato, che nel suo incontenibile amore per i cittadini, per salvarli dalle deviazioni, li lascia morire nelle patrie galere. E’ successo il giorno di Natale, alle 7 di mattina, Cataldo Bruni, di 31 anni, si è impiccato con una corda rudimentale nel carcere di Trani (provincia di Bari). Stava scontando una condanna per detenzione di sostanze stupefacenti: sarebbe uscito, per fine pena, a febbraio.
Cataldo non ce l’ha fatta ad arrivare a febbraio. Ha preferito pagare con la vita la sua colpa. Qual era la sua colpa? Fare uso di cannabis. Ogni morte in carcere è una sconfitta di tutta la società, ma tanto a chi di dovere che potrebbe e dovrebbe intervenire, non importa nulla: meglio cavalcare gli umori del popolo giustizialista, si fa prima, costa meno e non espone a critiche. Ma la coscienza? Risposta: “Quando suona il campanello della loro coscienza, fingono di non essere in casa“.
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